Ancora una volta nella mia vita ho deciso di affidarmi e seguire l’invito dei miei genitori nel partecipare a un breve ritiro che si sarebbe tenuto l’ultimo fine settimana di ottobre presso il Monastero Domenicano di S. Maria della Neve e S. Domenico a Pratovecchio (AR).
Premetto che di persona non avevo mai conosciuto l’Ordine domenicano e neppur avuto mai la possibilità di confrontarmi con delle donne che hanno scelto di dedicare la propria vita al Signore vivendo della Sua contemplazione: le monache domenicane. Ciò che mi ha colpito fin dal primo momento è stata la naturalezza con la quale sono stato accolto e messo subito a mio agio, preceduta dall’interesse di farmi trovare una per sona al momento del mio arrivo alla stazione di Pratovecchio venerdì pomeriggio.
Essendo noi ragazzi tutti dotati di green pass abbiamo potuto condividere le stanze del monastero per gli ospiti tra noi, ognuno affiancato a un compagno; non conoscendo nessuno la tentazione primaria era quella chiedere una camera in cui dormire da solo ma questa volta non volevo ricadere nell’errore di chiudermi all’altro e di non vivere in maniere a mio avviso completa questa esperienza. Anche in questo caso il mio compagno di stanza, così come le persone conosciute in questo breve lasso di tempo, è stato una piacevole scoperta e occasione di dialogo e confronto fino a tarda notte!
Forse proprio la brevità del tempo che avevamo a disposizione ha fatto uscire da noi la nostra parte migliore, aiutati dai momenti di preghiera, incontro, condivisione e gioco che hanno fatto sì che le nostre naturali ‘barriere difensive’ si abbassassero sempre più per incoraggiare uno scambio più vero tra noi. Non sono mancati tuttavia i momenti di tempo personale, da poter vivere nel silenzio del monastero passeggiando per il bosco o camminando sulla strada; tempo in cui sia i frati che le monache donavano per una confessione o dialogo con loro.
“A tavola con san Domenico” è stato sia il tema del giubileo per gli 800 anni dalla morte del santo fondatore dei domenicani sia il filo conduttore dei nostri incontri, tenuti da una monaca, un frate e una laica. Questa diversità è stata una ricchezza per tutti facendo scaturire domande e riflessioni interiori. Personalmente questo ritiro è stato un momento di semina, un momento per rimettere ordine alla mia vita e fermarmi dallo stress degli impegni e pensieri della vita quotidiana e un momento per far luce sulla chiamata che Dio ha per me.
Francesco Lupelli
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