Dopo diversi giorno dalla partenza dei giovani della Gioventù Domenicana mi accompagnano ancora tre “fotografie”, stampate nella mente: un frate che dialoga con un giovane fino a tarda notte; una monaca ed un ragazzo seduti in giardino a conversare piacevolmente, non curanti dell’imminente partenza; ed una ragazza che, al momento dei saluti, si è sciolta in lacrime.
Atteggiamenti, questi, che parlano da sé, in quanto dal primo all’ultimo momento la Grazia ha operato nel cuore dei giovani in molteplici modi. E vedere il loro cuore aperto ad accoglierla con il desiderio di camminare sempre più in profondità, conoscere le loro vite impegnate a cercare il Signore, osservare il loro mettersi in gioco condividendo le riflessioni più profonde e le proprie domande, ha arricchito anche la mia fede, ha aumentato la mia gioia.
Volti sconosciuti che si sono svelati in questa avventura dello Spirito alla quale tutti abbiamo risposto: vite ferite, vite in standby, vite bisognose di riposo. Vite di giovani che vogliono fondare la loro vita in Cristo e con Lui vogliono investire per il futuro. Punto.
Gli argomenti affrontati, la Passione, la Morte e la Risurrezione di Cristo, non semplici da presentare per la molteplicità di angolature dovuta alla loro ricchezza, hanno messo in risalto la tenerezza, la potenza e la meraviglia di Dio Creatore e di Gesù Redentore che hanno cura di ciascuno di noi volendoci portare fuori dalle tenebre degli inferi per rivestirci della Grazia divina.
Il tempo di silenzio e di preghiera, durante il quale lo Spirito si è fatto spazio nel cuore, ha favorito il donare a tutti la riflessione emersa. Il racconto di esperienze e il coraggio di esporre domande che accompagnano da tempo, è stato, ancora una volta, un dare forma alla Grazia che aleggiava. Ed è meraviglioso vedere persone che non si sono mai viste prima, conversano, giocano e passeggiano come se si conoscessero da sempre! Due giorni soli, ma intensi, dove sembra che il tempo si fermi e l’unica cosa che si desideri è vivere il Signore. Sì, la percezione è proprio questa: che lo stare bene, insieme o soli, è perché in Monastero tutto gira e ruota intorno a Lui. E noi, monache, siamo felici che l’amore della nostra vita non resti per pochi intimi, ma che venga respirato, vissuto e diffuso. C’è troppo bisogno di questo! Alla prossima, allora. Vi aspettiamo!
sr. M. Giovanna Figini, O.P.
Monastero S. Maria della Neve e S. Domenico (Pratovecchio)
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