Serenità.
Con questa parola descriverei i tre giorni di ritiro con i Giovani Domenicani e il sentimento che, al ritorno a casa, mi porto nel cuore. Sapevo che prendermi del tempo da dedicare a Dio mi avrebbe permesso di ricalibrare il percorso per vivere bene questo tempo forte di Quaresima, di conversione del cuore, e le aspettative che avevo sono state pienamente soddisfatte.
Credo che la buona riuscita di questi tre giorni sia dati da pochi ingredienti ma ciascuno essenziale:
- i compagni di cammino, della Gioventù Domenicana di Roma e di Firenze, con i quali fin da subito si è creata una bella comunione, come se ci conoscessimo da sempre, che ci ha permesso di condividere e donarci molto;
- le monache domenicane di Pratovecchio, luminose testimoni della bellezza di stare con Dio, con il volto reso raggiante dalla preghiera, e che ci hanno accolto con premura di madri, partecipando alle attività come sorelle maggiori su cui poter contare e divertendosi con noi con la vivacità di amiche di lunga data;
- i padri domenicani, non semplici promotori delle attività, ma uomini in cammino con noi, pronti a rassicurarci, a lasciarsi interrogare dai nostri dubbi, a cercare le risposte insieme a noi, davvero come fratelli;
- il tema trattato (passione, morte e resurrezione), che ci ha permesso non solo di riscoprire l’infinito amore di Dio, ma anche di rinnovare la consapevolezza che Cristo vive e ci vuole vivi!
- la preghiera comunitaria, che si è sostituita alle frenetiche lancette degli orologi e ha scandito i ritmi calmi delle giornate, riempiendole davvero di grazia.
Dai tre giorni di Pratovecchio non ho avuto risposte quanto piuttosto domande (vere!) e un metodo con cui sciogliere questioni vecchie e nuove, per lavorare su alcune situazioni, magari lasciandole morire con Cristo, per permettermi di risorgere insieme a Lui. Serenità e gratitudine, da custodire nel cuore e da cui trarre alimento per i giorni di vivificazione di questa Quaresima.
Alfredo Battisti
Gruppo S. Caterina da Siena (Roma)