C’è una figura che continua a presentarsi lungo il mio cammino di discernimento e che mi ha spinto a chiedermi seriamente: “non è che forse sono chiamato a farmi frate?”. Sto parlando di San Martino de Porres.
Credo che la sua vita possa fornire ottimi spunti per il cammino di tutti noi. Martino de Porres nasce a Lima, in Perù, il 9 dicembre 1579 e muore il 3 novembre 1639, sempre a Lima. Siamo nell’epoca dei conquistadores europei e dei primi complicati esperimenti di convivenza sociale fra etnie diverse.
A 12 anni inizia a lavorare nella bottega di Marcello de Rivero, imparando l’arte del barbiere: figura complessa, dato che al tempo riassumeva in sé le mansioni di barbiere, chirurgo, medico e farmacista. Mestiere, questo, che lo avrebbe portato a conoscere ed amare tanta umanità. Seguendo il desiderio di donarsi, decide di entrare nel convento domenicano del Santissimo Rosario assumendo il gradino più basso, il “donato”: mai nome fu più appropriato.
Martino opta per questa scelta perché, per quanto bene riuscisse a portare nella vita delle persone, sentiva che mancasse qualcosa, che il suo animo puntasse a qualcosa di più. Un sentire che penso sia di grande aiuto nell’affrontare i bivi della nostra vita. Dopo nove anni di servizio, alla luce della sua grandezza d’animo e santità, gli fu proposto di emettere la professione religiosa. Martino, che vide in questo un passo di ulteriore perfezionamento, accettò.
Nove anni prima suo padre gli aveva suggerito la medesima posizione nel convento, ricevendo un netto rifiuto. Questo, però, perché al tempo le motivazioni di tale richiesta erano legate ad un nome da dover difendere e ad un orgoglio ferito. Quanto è importante non solo fare le scelte giuste, ma farle per le giuste motivazioni e nel tempo opportuno! Perché, e per chi, scelgo? Cerco di diventare qualcuno per paura di essere nessuno o vado alla ricerca del mio cammino, quello che Dio ha pensato espressamente per me?
Massimiliano
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