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La politica... come vocazione!

Gli uomini sono in attesa; essi giudicano la verità della religione secondo la fecondità di questa nella vita sociale. Giorgio La Pira (1)



La vita in società è tra le caratteristiche peculiari e fondamentali che hanno da sempre determinato l’agire umano. Animale politico per eccellenza, l’uomo può esprimere se stesso solo se all’interno di una struttura complessa e articolata quale quella comunitaria. Certo, numerosi esempi di vita eremitica, nella storia della Chiesa, sembrano contraddire questa ipotesi; d’altra parte, però, si tratta di individui che, seguendo quello che hanno compreso essere il dono fatto loro da Dio, hanno rinunciato coscientemente alla vita all’interno della società, proprio per essere più vicini ad essa attraverso l’esercizio spirituale e la preghiera.


È infatti innegabile che la struttura stessa del mondo in cui viviamo, che implica e impone un sistema più o meno strutturato di rapporti tra singoli, non può che tradursi nella comparsa di caratteristiche estremamente peculiari quando, dal livello prettamente individuale, andiamo ad osservare la società nella sua globalità, come complesso coacervo di relazioni interpersonali. Questo tipo di fenomeno, comune tanto alle scienze sociali quanto a quelle naturali e fisiche, prende il nome di proprietà emergente ed è lo stesso che governa, ad esempio, la perfetta simmetria unita all’assoluta unicità dei cristalli di neve o il comportamento di una colonia di formiche, estremamente complesso pur in assenza di un apparente ordine centralizzato.


In un sistema tanto articolato, le caratteristiche che esso assume a livello macroscopico o globale sono ben diverse da quelle che ci si aspetterebbe come semplice somma o sovrapposizione di quelle microscopiche proprie di ogni singola componente individuale. È quindi possibile descrivere la società umana come un sistema articolato di interazioni sociali, che manifesta al suo interno delle dinamiche caratterizzate da pressoché infiniti gradi di libertà e che tuttavia, proprio in virtù della comparsa di proprietà emergenti, si trova di fatto soggetta a un ordinamento che pare naturale e consequenziale alla sua stessa esistenza. Ordine che, si può facilmente sostenere, altro non è che frutto della volontà divina, che ha creato l’uomo come tassello di questo articolato mosaico.



D’altra parte, la prosperità della società non può in alcun modo scindere dall’esistenza di un organismo che ne funga da guida, che la indirizzi e la regga secondo quelli che sono i principi ed i valori fondamentali, non negoziabili, che definiscono e rendono l’uomo così come Dio ha voluto che fosse. In tal senso, è impossibile non identificare la politica come uno dei gradi più nobili dell’agire umano. Mi piace ricordare un breve frammento di un discorso del venerabile Giorgio La Pira, uomo politico tra i più accorti del secolo scorso e membro del laicato domenicano: “Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa brutta! No: l’impegno politico, cioè l’impegno diretto alla costruzione cristianamente ispirata della società in tutti i suoi ordinamenti, a cominciare dall’economico, è un impegno di umanità e di santità; è un impegno che deve poter convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità”.


La politica, intesa come coronamento di un impegno volto al miglioramento e alla tutela della società e ancor più delle singole persone che la compongono, non può che essere una delle occupazioni più nobili, quando è vissuta come vera vocazione volta alla realizzazione di quegli ideali fondamentali, squisitamente cristiani, quale la liberazione dell’individuo da ogni schiavitù, sia essa di carattere morale o economico. Chi vive la politica con questo spirito, in un’ottica di costante servizio, si fa portatore in prima persona delle istanze di tutela e protezione di cui la società e i cittadini non possono fare a meno. Certo viviamo in un periodo storico che ha fatto dell’insulto e dell’ingiuria incondizionata, dell’ὀνομαστὶ κωμῳδεῖν, una cattiva e spiacevole abitudine che abbraccia quasi ogni settore della società. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un totale ed orribile svilimento della Politica.


Che possa esserci oggi, invece, una riscoperta della sua importanza e del suo ruolo e, perché no, un improvviso risveglio delle nuove generazioni, pronte ad accettarne il testimone e a mettersi in gioco a servizio del bene comune. Perché, come diceva Giorgio La Pira, “i giovani sono come le rondini: vanno verso la primavera”.


(1) in Giorgio La Pira e la Francia. Temi e percorsi di ricerca. Da Maritain a De Gaulle, AA.VV., 2004, Giunti Editore.



Alessio Pellegrino

gruppo "S. Tommaso d'Aquino" (Roma)


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