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perché discuterne è domenicano

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  • Immagine del redattoreDomini Canes

Santi domenicani. Anche noi oggi, naviganti nella rete.



Quando vogliamo scoprire i nostri avi ed antenati, chiediamo ai nostri genitori o parenti di mostrarci qualche vecchia foto, qualche diapositiva o anche qualche cartolina. O qualche lettera magari scritta dai nostri nonni. Per quanto riguarda me, direi che sono passati più di otto secoli dalla fondazione dell’Ordine dei Predicatori. Dunque, insieme alle foto, per conoscere i miei antenati mi devo rivolgere anche all’arte figurativa. Il santo Padre Domenico è stato raffigurato tantissime volte, come anche San Tommaso D’Aquino, Santa Caterina da Siena e tanti altri miei confratelli e consorelle.



Tutti i santi dell'Ordine dei Predicatori


Una grande famiglia di santi che ha valicato i confini della storia. Ha camminato fra grandi eventi della storia universale, e allo stesso tempo, ha inceduto insieme alla memoria personale e la dimensione soggettiva di tutti i cattolici che ha incontrato e a cui ha predicato in ottocento anni.

Una predicazione che ha sempre assunto un sapore ad un tempo attenta all’uomo e all’umano, con tutte le sue dinamiche filosofiche, culturali ed esistenziali.

Ma allo stesso tempo è stata una predicazione che ha elevato l’uomo e la cultura ad una visione contemplativa, più alta, una visione divina di tutte le realtà orizzontali. La santità domenicana ha sempre cercato dunque di generare uomini e donne nella fede in una forma contemporaneamente umana e divina, o come si dice in teologia, teandrica.

La santità domenicana si vive anche oggi nella Digital Age, o appunto l’Età Digitale?





Io personalmente credo di sì. Non solo perché da più di cinque anni mi dedico alla predicazione e divulgazione dei temi della teologia e cultura nel digitale. Credo che la santità domenicana avvolga tutti con una predicazione umano divina. Internet e la rete sono una realtà umana che anch’essa necessita di una presenza di grazia della predicazione teandrica. Lo spazio del digitale è il luogo virtuale per eccellenza che deve essere continuamente effuso della grazia della parola.

Perché oggi è quell’Areopago dove ci incontriamo e direi troppo spesso ci scontriamo con le persone di tutto il mondo. Coi cattolici di tutto il mondo.

Specialmente i social sono terreno spesso brullo e pieno di facili attacchi ad personam e delle grandi, con contenuti creati molto spesso sull’onda dell’emotivismo senza un vero e proprio approfondimento delle fonti e dei contenuti stessi che vengono pubblicati.

Su questo terreno arido il frate, la monaca, il terziario, insomma tutti i membri della famiglia domenicana sono chiamati a gettare un seme di contemplazione. Se vogliamo, e con un paragone molto grande, Internet è oggi analogamente una Tolosa digitale, in cui sembra trovare pochissimo spazio nostro Signore. A noi è chiesto di provare ripetere l’esperienza di Domenico. Con Vangelo, Summa Teologica e tanta carità. Si, direi e anche con un cavo ethernet ed un router.




Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP




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