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  • Immagine del redattoreDomini Canes

Quelle mani delle mie nonne con il Rosario...

Ho dei ricordi molto cari delle mie nonne. Tra le cose che i sembra ancora di vedere sono le loro mani! Spesso erano infarinate per impastare dolci, abili nelle faccende domestiche, generose nel custodire noi nipoti, e quotidianamente con la corona del Rosario tra le mani.



Questo sul momento non mi colpiva particolarmente, ma a ripensarci oggi, rivedo la fede devota delle mie nonne come un regalo spirituale gratuito che ha certamente nutrito di tanto bene la mia famiglia, e a me, giovane nipote, rimane quello sguardo dolce di una donna col Rosario nelle sue mani consumate da tanta generosità. La loro preghiera ha fatto del bene anche a me, proprio negli anni in cui ero ragazzo e aspirante a diventare un giovane uomo. La loro testimonianza, senza nemmeno che me ne accorgessi, credo mi abbia nutrito e incoraggiato. Oggi posso ipotizzare che molto del loro coraggio dipendeva proprio dalla loro fede fatta di tempo domestico vissuto nella generosità a Dio, alla famiglia, agli altri.


Quando cerco di rapportarmi ai ragazzi di oggi, a quelli che hanno oggi la mia età 20 anni fa, seppur all’apparenza mi sembrano vogliano apparire più sicuri, e per molti aspetti lo sono, mi sembrano comunque più fragili e più soli. Sono più fragili e più soli anche i giovani che cercano di fare un cammino di fede, svincolandosi, con non poca fatica per paura di essere emarginati, dalla spavalderia talvolta volgare dei loro coetanei. Mi rendo conto che oggi più che mai i giovani hanno bisogno di qualcuno che testimoni loro la vita di fede, la gioia di credere e seguire Cristo, un po’ come nella loro semplicità lo sono state le mie nonne per me.


Negli ultimi venticinque anni i non credenti in Italia sono aumentati di circa il 30%. Fra questi la quota più alta si riscontra fra i 18 e i 34 anni. Sono circa il 40%, i giovani che si dichiarano senza Dio, senza preghiera, senza culto, senza vita spirituale. In Estonia la percentuale dei giovani che si professa senza credo arriva all’ 80%, mentre in Svezia al 75%. In una società che si allontana sempre più da Dio chi può essere per loro testimone di Cristo?



I giovani che intraprendono un cammino di fede facilmente si sentono soli, poco capiti, e fanno difficoltà a trovare qualcuno che li guidi. La messe è molta, e gli operai che sanno stare con i giovani sono sempre più pochi. E allora percepisco che sono chiamato a provare ad essere testimone di fede per i ragazzi e le ragazze di oggi. Ognuno di noi, nella sua semplicità, può provarci. Magari mostrandosi in preghiera con una Corona del Rosario in mano, testimoniando che la preghiera ci aiuta a cercare in Dio la forza, la consolazione e il coraggio per affrontare la vita.


Nella maggior parte dei casi, più che le parole rasserena la testimonianza del quotidiano e la prossimità. È un po’ arduo riuscire a far competere nella testa di un ragazzo o di una ragazza, Dio e la preghiera con lo sballo di una discoteca, o dell’alcool, o della droga e o del sesso svuotato da ogni affetto! È difficilissimo far entrare Dio nella mia vita social! Passa il messaggio che Dio si mette in opposizione a tutto questo e toglie ogni divertimento! So che è falso, ma se a volte ho anche io la sensazione che Dio si metta a bacchettare la mia libertà, mi immagino un giovane. Eppure hanno bisogno di essere aiutati a fare un cammino con Dio, che aiuta a dare un senso a quello che si fa. I giovani sono gli uomini e le donne di domani, genitori fra qualche anno, i nonni del dopodomani! Si ha urgenza di restituire Dio ai giovani, e quindi di pregare perché non manchi chi li accompagni. Hanno bisogno di padri e madri nello spirito che li rassicurino, li orientino, li incoraggino, li correggano, li rialzino quando sbagliano senza farli sentire gratuitamente giudicati.


Non è certo una missione che possono svolgere tutti, ma tutti possiamo pregare perché i giovani incontrino sempre qualcuno che li aiuti a camminare. È un’intenzione di preghiera che dobbiamo fare nostra. Che la gioia della gioventù diventi il sorriso di Dio nelle nostre società sin troppo rattristate!


fr. Gian Matteo Serra, O.P.

Direttore dell'Associazione del Rosario Perpetuo


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