top of page

BLOG E ARTICOLI

perché discuterne è domenicano

Cerca
  • Immagine del redattoreDomini Canes

Maria, Immacolta nel suo Si .3. Le donne della Bibbia.

Dal vangelo secondo Lucca, 1, 34 - 38

«Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». E rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».


In una piccola città della Galilea chiamata Nazareth, un angelo di Dio approda nella casa di una vergine, promessa sposa di un uomo di nome Giuseppe della casa di Davide. Il nome della vergine è Maria. Il saluto dell’angelo è nel battito festante della gioia: «Rallegrati!» (v. 28). L’angelo comunica alla giovane che Dio l’ha guardata e gli ha fatto grazia: nel suo grembo Maria accoglierà il Figlio dell’Altissimo!


Il cuore di Maria è scalpitante di stupore dinanzi al messaggero di Dio: come è possibile che una giovane vergine di Nazaret possa accogliere il Figlio dell’Altissimo nel suo grembo? Lo stupore di Maria è accompagnato da una crescente palpitazione del cuore, che si dilata nella sua capacità di accogliere la Parola di Dio e impara ad aprirsi ancora una volta al mistero, il quale in modo straordinario danza nel feriale e nel carnale dell’umano. Lo stupore di Maria è accompagnato dall’azione dello Spirito Santo, dalla potenza di Dio che soffia e gonfia di gioia la vita che accoglie nella sua carne la presenza dell’Amore.





Nulla è impossibile a Dio! Nel cuore di una famiglia, nel respiro dell’apertura dei cuori, respira il Signore della vita. L’angelo non si trattiene e condivide a Maria la bellezza di ciò che accade anche a Elisabetta: « … nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile» (vv. 36-37). Elisabetta ha fatto esperienza della potenza dell’Altissimo, della vita che fiorisce lì, dove nessuno si aspetterebbe mai niente di fecondo! La sterilità non è nello stile di Dio: Elisabetta è al sesto mese di gravidanza! Dio scommette, investe nella vita dei piccoli, i quali non possono che stupirsi dinanzi all’opera dell’Onnipotente e fare l’unica cosa che sono in grado di fare: credere che tutto è possibile e vivere seguendo i passi della Parola di Dio che fa danzare i cuori!




La fede riconosce l’opera di Dio e l’impossibile diventa possibile: la vita segue i passi meravigliosi della danza, quale arte dell’ascolto di una parola che cambia la vita. La danza della giovane donna di Nazareth esplode in quel “si” di adesione senza riserve alla Parola di Dio, nell’accoglienza del mistero che impegna il cuore per sempre. Maria, la danza del «si» di Dio all’umanità, diventa casa accogliente nelle periferie del mondo.


La sintonizzazione affettiva del Verbo nell’utero della vergine, consolida la speranza e infiamma la fede, la quale non è semplice conclusione di un ragionamento ma è un salto ragionevole: più che ragionevole! È Dio che bacia la storia dell’umanità con la sua salvezza!


L’immagine di Maria che aderisce al progetto di Dio è meravigliosa. Ella accoglie il Verbo nel suo grembo, la sua voce sarà riconosciuta dal neonato che acquisirà un linguaggio verbale! Dio è stupefacente! È sorprendente pensare che quel feto è il Verbo fatto carne! Il Figlio di Dio si muove nel grembo di Maria e allo stesso tempo è sensibile ai rumori corporei di colei che è resa Madre di tutte le madri. È commovente constatare l’abbandonarsi fiducioso di Dio verso le proprie creature ed è incantevole vedere come oggi, nella disponibilità del cuore di una verginità donata, che fa di Maria il suo modello, si possa vivere nel vortice gioioso della grazia e generare Cristo nelle anime!


Maria ha dato il suo sì a Dio, trovando in lui i passi che hanno fatto danzare la sua vita. In ogni persona c’è un sì predominante, un amore scalpitante che vuole danzare, un amore intorno al quale tutto ruota e tutto converge. In ogni persona c’è un sì che attende di essere cantato a Dio perché immetta nella danza della vita vera, nel linguaggio dell’amore, che tutto salva e fa fiorire.


Filomena Fabri

13 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page