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  • Immagine del redattoreDomini Canes

Sincera preghiera verso Dio. #quaresima #meditazione

Essere pienamente sinceri significa agire preoccupandosi unicamente di quel che Dio pensa delle nostre azioni. Significa quindi non assumere atteggiamenti diversi secondo gli ambienti, non pensare in un modo quando si è soli e in un altro quando si è con qualcuno, ma parlare ed agire sotto lo sguardo di Dio che legge nei cuori. La sincerità consiste nello sforzo di rendere l'esterno in noi sempre più simile all'interno. Ciò ben inteso senza provocazione alcuna, ma semplicemente con l'essere ciò che noi siamo, senza falsare la verità per timore di dispiacere agli altri. Questa sincerità [richiede] la purezza dell'intenzione, ossia il fatto di preoccuparsi, nell'agire, del giudizio di Dio, e non del giudizio degli uomini, di agire preoccupandosi più di quel che piace o dispiace a Dio che di quel che piace o dispiace agli uomi-ni. Questo è davvero uno dei punti essenziali della vita spirituale.





Abitualmente - non facciamoci illusioni - noi siamo dominati dalla preoccupazione di piacere o dispiacere agli uomini, preoccupati di mantenere nello spirito di coloro che ci circondano una certa idea che essi hanno di noi. E poco ci preoccupiamo invece di quel che siamo agli occhi di Dio; appunto perciò spesso trascuriamo quel che Dio solo vede: la preghiera nascosta, le opere di carità nascoste. Mentre mettiamo maggior cura in ciò che, pur essendo fatto per Dio, è visto dagli uomini e in cui la nostra reputazione si trova coinvolta. Pervenire ad una sincerità com-pleta, ossia a compiere ugualmente bene ciò che non è visto da nessuno come ciò che è visto dagli altri, significa raggiungere una altissima perfezione


(J. DANIÉLOU, Saggio sul mistero della storia, Brescia 1963, 334s., passim).

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