“I wish I had an angel / For one moment of love / I wish I had your angel tonight” così cantava il gruppo finlandese dei Nightwish qualche anno fa. Non so bene a quale esperienza personale si riferissero. Certamente però nella nostra vita ci sono stati periodi dove ci siamo sentiti soli. A causa di eventi, stati d’animo o qualche pensiero che ci ha preoccupati. Ricordiamo questi momenti sapendo che in futuro potrebbero tornare. Forse quel brano ci ha riguardato. Davvero abbiamo chiesto che qualcuno fosse il nostro angelo per una notte.
Infatti se ci affidiamo al Signore, sappiamo bene che davvero soli non lo siamo mai e in nessun momento. Innanzitutto perché Dio è “in cielo, in terra e in ogni luogo” (Catechismo di San Pio X), “abita la creazione, la trascende ed è ad essa presente (CCC 300). E poi perché Egli ci ha fatto un dono straordinario sin da quando siamo nati: un custode attento e affettuoso, che è sempre con noi.
Mi riferisco il nostro angelo custode, che non ci abbandona mai.
L’esistenza degli angeli è attestata realmente e obiettivamente in molteplici passi della Bibbia. San Paolo ne offre anche una distinzione interna in Troni, Dominazioni, Principati e Potestà (cfr. Col 1,16). Anche lo Pseudo Dionigi (De gerarchia Angelica, 3 – 6) e S. Giovanni Damasceno (De Fide Ortodoxa 2,3) riprendono questa classificazione.
Gesù stesso nel Getsemani viene consolato da un angelo (Lc 22, 43). Così come è avvenuto per noi, Gesù per primo nella sofferenza ha sperimentato la dolcezza del custode celeste. Non siamo dunque mai soli, anche se a prima vista sembra il contrario. Come ha anche scritto San Tommaso “Quanto ai santi Dottori essi ritennero con i Platonici (cfr Convivio 202 D, Timeo 40) che ai diversi esseri corporei siano preposte diverse sostanze spirituali” (S. Th, I. 1.103, ad 3.)”
Così dunque il caro angelo custode ci illumina, ci custodisce, ci guida e ci protegge. Come ha scritto padre Barzaghi, oltre a tutto questo l’angelo risveglia in noi la consapevolezza della Pietà Celeste che ci abbraccia (Lo sguardo della sofferenza, p. 111). In quei momenti di terribile afflizione, allora l’angelo ci aiuta a vivere la beatitudine propria degli afflitti: la consolazione di Dio che ci abbraccia. Anche nel momento in cui Dio ci sembra più lontano, il nostro santo angelo ci permette di ricordare e vivere il senso di abbandono nel Dio Trinitario.
Non dimentichiamo mai di ringraziare Dio per la presenza del nostro amato angelo.
Fr Gabriele Scardocci OP
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