S. Alberto Magno riconosce l’articolarsi della scienza razionale in un complesso di ordine di conoscenze diverse, ove essa trova conferma della sua natura peculiare ed insieme si scopre orientata verso le mete proprie della fede. In questo modo Alberto ha concretizzato lo statuto di un’intellettualità cristiana, i cui principi fondamentali sono da ritenersi ancor oggi validi. Né noi sminuiamo l’importanza di tale apporto, quando affermiamo: l’opera di Alberto è da un punto di vista contenutistico legata al proprio tempo ed appartiene pertanto alla storia. La “sintesi” da lui maturata riveste infatti un carattere esemplare, per cui facciamo bene a richiamarne alla memoria i principi fondamentali, ogni qual volta vogliamo affrontare gli interrogativi odierni posti dalla scienza, dalla fede e dalla Chiesa. (tratto dal Discorso agli scienziati e agli studenti nella cattedrale di Colonia del santo Padre Giovanni Paolo II, 15 novembre, 1980).
Come sarebbe bello avere “qualcuno” che sia in grado di far avverare i desideri! “Qualcuno” che la mattina, quando tenti di aprire gli occhi e azionare il cervello, ti porta un caffè fumante e lo appoggia delicatamente sul comodino! Oppure che sbrighi le faccende di casa, sappia dare buoni consigli e magari, sottolineo magari, si sostituisse al tuo posto in una situazione complicata! Sì lo so, stai per dirmi: “I geni della lampada esistono solo nelle fiabe, gli androidi solo nella fantascienza”.
Si narra che nel secolo XIII uno studioso di Colonia, filosofo, teologo, scienziato e tuttologo, come direbbero gli invidiosi, avesse costruito una sorta di automa in grado di parlare. Si dice che egli stesso avrebbe inventato il termine androide e che, a chi lo accusava di servirsi della magia, rispondeva che la meccanica è una scienza, non magia! Si racconta che un suo studente, infastidito dal congegno che non stava mai zitto, lo prese a bastonate.
Oggi è la solennità dedicata ad Alberto di Colonia, chiamato Magno dai suoi contemporanei e non solo. La sua mente brillante ed il suo acuto ingegno hanno saputo coniugare già nel Medioevo la fede con la ragione, la filosofia con la teologia, ancora la fede con la scienza. Egli ha dedicato la sua vita a servizio di Dio e dello studio, spaziando in tutti i campi del sapere, o quasi: non a caso si è meritato il titolo di Doctor Universalis e di patrono degli scienziati.
Al di là delle leggende che sono nate intorno alla figura di questo santo possiamo trarre alcuni spunti di riflessione: primo che scienza e fede possono procedere insieme, infatti ci sono molti scienziati credenti tra cui spicca il nostro Alberto; secondo che la tecnologia può essere d’aiuto in situazioni difficili; terzo che scienza e tecnologia non vanno demonizzate, ma nemmeno abusate. E su questo lo studente Tommaso (d’Aquino) la sapeva lunga quanto il maestro di Colonia.
Elisabetta Di Magno
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