Nel racconto di fantascienza “Il barzellettiere”, scritto da Isaac Asimov, il protagonista Noel Meyerhof è un Gran Maestro, cioè uno dei pochissimi esperti in grado di interagire con il supercomputer Multivac. Il suo lavoro consiste nel formulare le giuste domande, in modo da poter ricevere risposte capaci di aiutare l’umanità ad progredire.
In modo similare il detective Del Spooner del film “Io Robot”, diretto da Alex Proyas, vive in un tempo in cui ormai gli automi sono diventati parte della vita quotidiana e si trova a dover risolvere un caso di suicidio (omicidio?) interrogando un dispositivo olografico in cui erano contenute alcune riflessioni della vittima. Solo quando il detective riesce a porre la giusta domanda, l’intera vicenda gli diventa chiara.
Perché ho voluto citare questi due esempi? Perché spesso noi ci concentriamo sul trovare risposte: risposte chiare e semplici, di immediata applicazione e di facile comprensione. Ciò che forse a volte dimentichiamo, però, è che dietro una risposta di spessore c’è una domanda altrettanto di spessore. Il formulare giuste domande è un arte che vale la pena di imparare, se vogliamo giungere alle giuste risposte.
Mi potrete giustamente chiedere: ma tutto questo cosa ha a che fare con l’Ordine domenicano?
In questo campo, grande maestro fu Sant’Alberto Magno: non solo per il genere di domande che si poneva, lui uomo del XIII secolo (“Esistono molti mondi o esiste un unico mondo? È uno degli interrogativi più nobili e sublimi nello studio della Natura”), ma anche per la vastità di materie in cui spaziava con la sua curiosità: dalla teologia all’alchimia, dalle scienze meccaniche alla musica.
Trovo Sant’Alberto Magno una figura a me molto affine, in quanto anch’io sono una persona estremamente curiosa e interessata a una grande moltitudine di cose: dagli scacchi agli origami, dalla musica k-pop alla cucina, e potrei andare avanti.
Sempre Sant’Alberto disse che “le scienze naturali non consistono nel ratificare quanti altri hanno detto, ma nel cercare le cause dei fenomeni.” Questa frase mi colpisce molto, in quanto mi sprona a non limitarmi nella mia ricerca a ciò che trovo già fatto, ma a portare avanti una mia ricerca personale.
Dopotutto, i nostri cervelli non sono (solo) dei registratori di informazioni, ma anche degli elaboratori di pensiero originale. Con il giusto metodo e alimentando la passione per la conoscenza, penso che questo sia un modo meraviglioso e estremamente intrigante di affrontare la realtà.
Massimiliano Giuliattini
Gruppo Giovanile Domenicano "Sant'Antonino" (Firenze)
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