Un modo di "stare" con i ragazzi? E' stata come un'avventura non programmata, una necessità di fare qualcosa per tutti quei ragazzi che vedevo in piazza o seduti sugli scalini della chiesa o per le strade.
Come?
Prima di tutto aiutando i ragazzi a domandarsi se volevano essere protagonisti per una vita più fraterna e quindi a riflettere sul mondo in cui vivevano, che spesso era caratterizzato da tanti egoismi e superficialità
Ho cercato quindi di lavorare in amicizia e comprensione, molte volte parlando anche singolarmente, per far sì che il ragazzo diventasse sé stesso, accettandosi per quello che era e aiutarlo a "stare", a "collaborare" con gli altri e dare così un senso alla propria vita.
Ho sempre cercato di non giudicare dalle apparenze, ma di capire il perché e aiutarli a venire fuori da soli. Ho usato moltissimo il Vangelo della vita, della misericordia e quindi del perdono per aiutarli a scoprire sé stessi e che c'era una persona che voleva bene loro, una persona che diceva e faceva per primo ma che desiderava tanto farlo insieme a loro, anche se molte volte non capivano il perché lo faceva.
Ho cercato di farli vivere insieme, accettarsi per progettare e fare insieme. Dicevo loro che bisogna formare una "catena di valori" con l'apporto di ciascuno, magari piccolo, ma formidabile nell'insieme.
E piano piano siamo arrivati anche all'ascolto e ad interrogarci sul Vangelo, sulla Parola di Dio. E, piano piano, per molti a formare un cuor solo e un gruppo forte e unito nell'Eucaristia.
Ma alla base ci deve essere un accordo: insieme si può far molto, da soli ci si perde.
fr. Graziano
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Grande Graziano! VV il gabbiano Gionatan! A Sassari centinaiai di giovani hanno imparato a volare con te in Gesù pulendo spiagge, giocando insieme, gioiendo della comunione e dell'eucaristia... e ora volano le loro famiglie! Saluti e 1000 grazie dall'Isola🤗